martedì 9 dicembre 2014

Ma è "solo" un modo di dire...


Da anni ormai mi occupo di tradurre documentari di vario genere: da quelli di carattere scientifico-naturalistico (River monsters, L’impero delle macchine, My cat from hell, ecc.) a quelli di argomento sociologico (Io e le mie mogli, Sepolti in casa, Long Island Medium, A caccia di tesori) ai polizieschi (Solved, The first 48), solo per citarne alcuni.

In realtà non si tratta di documentari “classici”, ma più che altro di docu-fiction, che alternano alla voce narrante la testimonianza diretta dei protagonisti. Questa caratteristica genera, nella maggior parte dei casi, un doppio registro: quello sostanzialmente formale del narratore, caratterizzato a volte da termini specialistici, e quello colloquiale e spesso gergale dei protagonisti. A volte la voce dei protagonisti è affidata ad attori che, in una sorta di ricostruzione dei fatti, inscenano veri e propri dialoghi, seppur brevi, e in questi casi si può apprezzare ancor di più la ricchezza di registri.

Uno dei motivi per cui amo il mio lavoro è non ci si annoia mai: giornalmente mi rendo conto di come la lingua, anzi le lingue, siano una materia in continuo cambiamento, sempre diversa  e legata al contesto sociale e spazio-temporale in cui vengono usate. Parole o espressioni che si usavano appena una decina di anni fa sembrano ormai estinte (si pensi al sostantivo “paninaro” che ha fatto epoca negli anni ’80 o all’aggettivo “allucinante” o alla locuzione “uno sballo”) e addirittura alcuni tempi verbali sono stati completamente soppiantati da altri (il classico caso è quello del passato remoto sostituito dall’uso del passato prossimo).

Questo vale ancor di più per la lingua parlata e spesso nel tradurre dall’inglese mi ritrovo a riflettere sulla resa migliore di alcune espressioni idiomatiche, cercando di documentarmi su validi dizionari online come http://idioms.thefreedictionary.com/ o anche http://www.urbandictionary.com/  e per l’italiano: http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/  e, ovviamente, verificando la ricorrenza della singola parola o dell’espressione in oggetto.

Nel tempo ho stilato una piccola lista di frasi idiomatiche inglesi con relativa traduzione in italiano e vorrei condividerne un estratto con voi. Buona lettura e… chi più ne ha, più ne metta!

A piece of cake: un gioco da ragazzi
A sting in the tail: finale amaro

At a good clip: rapidamente

At the drop of a hat: immediatamente, all’istante
Freak out: dare di matto, perdere le staffe

Get fresh with: essere irrispettoso, parlare in modo scortese con qualcuno
In the hot seat: in una posizione scomoda

(It’s) in my gut: me lo sento
It’s not my cup of tea: non fa per me

It’s raining cats and dogs: piove a dirotto/ a catinelle
Let’s blow this popcorn stand: diamoci una mossa, muoviamoci

On the back burner: in secondo piano
Right off the bat: senza mezzi termini

The Belle of the Ball: la reginetta del ballo (donna perfetta)
The last straw: l’ultima goccia/ la goccia chef a traboccare il vaso

To come to a head:  venire alle strette
To kill two birds with one stone: prendere due piccioni con una fava

To run on fumes: essere esausti
To scare the daylights out of someone: spaventare a morte qualcuno

With a grain of salt: con riserva, in maniera scettica

99 problems: un mare di problemi

Nessun commento:

Posta un commento